martedì 26 aprile 2011

I Nostri Antenati - Italo Calvino



Italo Calvino



"Libro, ora sei giunto alla fine. Ultimamente mi sono messa a scrivere a rotta di collo. Da una riga all'altra saltavo le nazioni e i mari e i continenti. Cos'è questa furia che m'ha preso, quest'impazienza? Si direbbe che sono in attesa di qualcosa Ma cosa mai possono attendere le suore, qui ritirate appunto per star fuori dalle sempre cangianti occasioni del mondo? Cos'altro aspetto io tranne nuove pagine da vergare e i consueti rintocchi della campana del convento?"
Il Cavaliere Inesistente





"Il giorno dopo, quando scendemmo in cantina a controllare gli effetti del nostro piano, e, a lume di candela ispezionammo i muri e gli anditi, - Una qui!... E un'altra qua! - ...E vedi questa dov'è arrivata! - già una fila di lumache a non lunghi intervalli percorreva dal barile alla finestrella il pavimento e i muri, seguendo la nostra traccia. Presto lumachine, presto! Fate presto, scappate!"
Il Barone Rampante



"Cosimo, d'in cima alla magnolia, era calato fino al palco più basso, ed ora stava coi piedi piantati in due forcelle e i gomiti appoggiati davanti a lui come a un davanzale. I voli dell'altalena gli portavano la bambina proprio sotto il naso. Lei non stava attenta e non se n'era accorta. Tutt'a un tratto se lo vide lì, ritto sull'albero, il tricorno e le ghette. - Oh! - disse.
La mela le cadde di mano e rotolò al piede della magnolia."
Il Barone Rampante



"Sulla via del ritorno, a mezzogiorno, Pamela vide che tutte le margherite dei prati avevano solo la metà dei petali e l'altra metà della raggera era stata sfogliata. "Ahimè, - si disse, - di tutte le ragazze della valle, doveva capitare proprio a me!" Aveva capito che il visconte s'era innamorato di lei."
Il Visconte Dimezzato

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